Il Dharma, la pratica, viene trasmessa dal Maestro che si dedica completamente al continuo impegno di trasmettere gli insegnamenti ricevuti nel modo corretto, non dettato da idee personali, un costante impegno ad andare al di là dei propri limiti, a mettere in pratica momento per momento quanto gli è stato trasmesso. È ovvio però che questo porterà i suoi frutti solamente se verrà accolto sinceramente dai praticanti, soltanto un impegno effettivo a metterlo in pratica, con tutti i nostri limiti, renderà l’insegnamento vivo e la pratica una condotta di vita.
Il tempio è il luogo in cui, senza distrazioni, possiamo giorno per giorno esercitare la pratica in modo vivo. Partendo dallo zazen, in cui possiamo girare la torcia della nostra attenzione verso l’interno per conoscere nel profondo il nostro funzionamento e lasciar cadere le abitudini sociali acquisite; possiamo poi, sotto la guida del Maestro, cercare di mettere in pratica gli insegnamenti grazie al confronto con gli altri, alla vita insieme al Sangha, per portare infine la pratica in ogni nostra azione.
Questo processo necessita di tempo, non possiamo sapere o stabilire razionalmente quanto tempo sarà necessario per progredire nella via del Buddha. Possiamo soltanto impegnarci tutti, giorno per giorno, per impedire che la via si interrompa, e che ognuno possa realizzare la propria natura di Buddha, insieme a tutti gli altri.
La manifestazione della liberazione e della natura di Buddha, nella vita quotidiana sono le Paramita, le Perfezioni. Perciò è molto importante che il tempio venga riconosciuto dal tutto il Sangha come un luogo di pratica, di culto, affinché attraverso lo spirito profondamente religioso del Dharma comprendano, dello zazen comprendano l’importanza del Dono, come prima delle sei Paramitā. In primo luogo ci sono i monaci a dover impegnarci ad approfondire quella questione dei Paramitā. Loro hanno il ruolo di esempio per i laici, così che tutti si sforzino maggiormente a sostengo del Sangha nel suo insieme e della divulgazione del Dharma. Non è possibile che la natura di Buddha si manifesti laddove le Paramitā non vengano praticate.
Esse sono quindi una guida, una traccia per ognuno di noi, un invito a mettere i piedi nelle orme del Buddha, in modo da permettere il manifestarsi di un senso religioso anche laddove viviamo tutti ancora intrisi delle nostre imperfezioni. Le stesse imperfezioni saranno le porte del risveglio, se le osserviamo e vediamo le loro radice.
Certamente riuscire a mantenere vivo ed attivo un luogo come questo tempio richiede un grande e profondo impegno in molti ambiti, dunque doppiamente importante praticare attivamente il Dono. Per mantenere aperto il luogo di pratica doniamo il nostro tempo, il nostro impegno, la nostra cura e attenzione, ma non possiamo dimenticarci di sostenere anche materialmente il luogo. Le nostre offerte permetteranno di mantenerlo aperto, di pagare le bollette, rendere il tempio accogliente ecc.
Per questo è importante uscire da una logica commerciale nel confronto del tempio: non paghiamo un servizio, per il quale chiediamo qualcosa in cambio, ma siamo grati che esso possa esistere e che ci possa accogliere quando e quanto spesso noi vogliamo e possiamo.
Con gratitudine diamo le nostre offerte, e cerchiamo di mettere in pratica gli insegnamenti, ben coscienti che se essi si limitano a belle parole, a forme vuote, rimarranno senza frutti, invece se lasciamo che trasformino le nostre azioni, ne vedremo gli effetti.
Rev. Sengyō Van Leuven