Studiare la Via del Buddha è studiare se stessi.
Studiare se stessi è dimenticare se stessi.
E dimenticare se stessi è percepire se stessi come tutte le cose.
Realizzare questo è lasciar cadere mente e corpo di se stessi e degli altri.
Dogen Zenji
Lo Zen nasce dall’esperienza del Buddha Shakyamuni che più di 2500 anni fa, seduto nella postura di zazen (la meditazione Zen), ha realizzato il completo Risveglio praticando la concentrazione, la vigilanza e la consapevolezza.
Così il Buddha Shakyamuni nel quinto secolo A.C. ha trasmesso lo spirito dello Zen a Mahakashyapa, rigirando silenziosamente un fiore tra le dita e scambiando con lui un sorriso.
Dopo corca un millennio, Bodhidharma (VI sec.) ha introdotto questa pratica e la trasmissione dello Zen in Cina, dove il Buddhismo era già ben radicato nello studio dei testi. Dalla Cina, dopo 700 anni Dogen Zenji (1200 – 1253) ha trasmesso il Soto Zen in Giappone. Dopo altri 700 anni, il Maestro Taisen Deshimaru (1914 – 1982) ha trapiantato a sua volta il seme dello Zen in Europa, giungendo in Francia nel 1967 e fondando nel 1979 la Associazione Zen Internazionale e il Tempio Zen de “La Gendronniére” in Francia.
L’Associazione Zen Internazionale coordina l’attività di oltre un centinaio di Dojo e Centri Zen in tutto il mondo, nati dalla missione del Maestro Deshimaru e dall’opera dei suoi discepoli diretti, con il proposito di custodire lo spirito più puro della Trasmissione ricevuta.
Il luogo
Per praticare zazen è necessario un luogo tranquillo dove potersi sedere indisturbati. Non dovrebbe essere né troppo buio né troppo luminoso, tiepido in inverno e fresco in estate. Il posto per la seduta deve essere pulito e in ordine.
Possibilmente, una statua di Manjushri Bodhisattva dovrebbe essere posta nella stanza. In mancanza di questa può andare bene qualsiasi statua o dipinto di un Buddha o di un Bodhisattva. Se possibile, ornare l’altare con un offerta di fiori e bruciare dell’incenso.
Come prepararsi
Evitare la seduta quando non si è dormito abbastanza o se si è particolarmente stanchi. Prima della seduta mangiare con moderazione ed evitare di bere alcolici. Lavarsi il viso e i piedi così da sentirsi rinfrescati.
Abbigliamento
Evitare di indossare vestiti sporchi o abiti eleganti e costosi. È anche consigliabile evitare abiti pesanti. Che l’abbigliamento sia comodo e pulito. In Giappone, nei monasteri zen non si portano le calze nello zendo.
Posizione dello zafu
Posizionare davanti a una parete un materassino bene imbottito (zabuton) con sopra uno zafu (cuscino). Sedersi con la base della colonna vertebrale al centro dello zafu di modo che la metà posteriore di questo resti vuota. Dopo avere incrociato le gambe, poggiare saldamente le ginocchia sullo zabuton.
Incrociare le gambe (1): posizione del loto completo (kekkafuza)
Incrociare le gambe (2): posizione del mezzo loto (hankafuza)

Altre posizioni (1): seiza
Questa è una variante del modo tradizionale asiatico di sedersi. Permette di formare un triangolo con le ginocchia e la base della colonna vertebrale, ma il baricentro è posto un poco più in alto rispetto alla posizione del loto o del mezzo loto. Seduti su un panchetto per seiza, con le gambe piegate al di sotto di esso, poggiare saldamente le ginocchia sullo zabuton. Ci si può anche aiutare sedendo su uno zafu invece che su un panchetto.
Altre posizioni (2): seduta birmana
In caso non sia possibile sedersi nella posizione del loto o del mezzo loto, il modo di sedersi birmano, con le gambe incrociate, garantisce buona stabilità anche per lo zazen. Per questa posizione, sedersi su uno zafu nella maniera solita. La gamba sinistra viene piegata all’esterno di quella destra, appoggiata al pavimento. L’ordine con cui incrociare le gambe può variare.
Seduta


Poggiare saldamente le ginocchia sullo zabuton, raddrizzare la parte inferiore della schiena, spingere le natiche indietro e le anche in avanti. Raddrizzare la colonna vertebrale. Accostare il mento e allungare il collo come se si volesse raggiungere il soffitto. Le orecchie dovrebbero trovarsi in linea parallela alle spalle e il naso in linea con l’ombelico. Dopo avere raddrizzato la schiena, rilassare le spalle, la schiena e l’addome, senza cambiare la postura. Mantenere la seduta diritta, senza piegarsi né destra né a sinistra, né in avanti né indietro.
Mudra cosmico (Hokkaijoin)
Portare la mano destra, palma verso l’alto, sul piede sinistro e la mano sinistra, sempre palma verso l’alto, sulla palma destra. Le dita dovrebbero sfiorarsi appena con la punta. Questa posizione è chiamata hokkai-join (mudra cosmico). Portare la punta dei pollici davanti all’ombelico e staccare leggermente le braccia dal corpo.
La bocca
Tenere la bocca chiusa, con la lingua contro il palato, dietro ai denti.
Gli occhi
Tenere gli occhi leggermente aperti, guardando un punto verso il basso, con un’angolazione di circa 45 gradi. Senza concentrarsi su un punto particolare, lasciare che ogni cosa trovi posto nell’area visiva. Se si tengono gli occhi chiusi si rischia maggiormente di addormentarsi o di sognare ad occhi aperti.
Espirare completamente e poi inspirare (Kanki-issoku)


Espirare ed inspirare profondamente e con calma. Aprire leggermente la bocca ed espirare in maniera dolce e lenta. Per espirare tutta l’aria dai polmoni, fare partire l’espirazione dall’addome. Chiudere perciò la bocca e continuare con una respirazione nasale normale.Questo è ciò che viene chiamato kanki-issoku.
Fare oscillare il corpo


Portare le mani, con le palme verso l’alto, sulle ginocchia e fare oscillare la parte superiore del corpo da sinistra verso destra per alcune volte. Senza muovere le anche, muovere il tronco come se fosse un bastone che pende prima da una parte e poi dall’altra. In questo modo si allungheranno i muscoli dei fianchi. Si può anche oscillare in avanti e indietro. Inizialmente questo movimento dovrebbe essere ampio e diminuire man mano fino a cessare completamente con il corpo al centro in posizione diritta. Formare ancora una volta l’hokkai-join con le mani e mantenere una posizione retta e immobile.
Respirazione addominale
Durante le sedute zazen la respirazione deve essere nasale e tranquilla. Non tentare di controllare il respiro. Lasciare che il ritmo sia naturale, in modo da dimenticare di stare respirando. Lasciare che i respiri lunghi siano lunghi e quelli brevi siano brevi. Non respirare rumorosamente.
Consapevolezza (Kakusoku)
Non concentrarsi su nessun oggetto in particolare né controllare i pensieri. La mente acquisterà la calma in modo naturale una volta che la postura giusta verrà mantenuta e la respirazione si sarà stabilizzata. Quando vari pensieri vengono alla mente, non lasciarsi catturare né tanto meno combatterli. Non inseguirli, né fuggirli. Lasciare semplicemente i pensieri scorrere liberi, permettendo loro di andare e venire a piacimento. La cosa essenziale nella pratica zazen è il risveglio (kakusoku) dalla distrazione e dal torpore e tornare nella posizione corretta momento per momento.
Come alzarsi dopo la seduta
Terminata la seduta zazen, fare un inchino in gassho, portare le mani, con le palme verso l’alto, sulle cosce, oscillare il corpo alcune volte, all’inizio leggermente e poi più intensamente. Fare un respiro profondo. Disincrociare le gambe. Muoversi lentamente, specialmente se le gambe sono intorpidite. Non alzarsi in piedi di colpo.
Kinhin



Durante il kinhin (“camminata in fila”), camminare in senso orario lungo la stanza tenendo le mani in posizione shashu. Dai fianchi in su, la posizione dovrebbe essere la stessa dello zazen. Compiere il primo passo con il piede destro. Avanzare di mezzo passo ad ogni respirazione (un’espirazione e un’inspirazione).
Camminare lentamente e dolcemente, come se si fosse fermi. Non trascinare i piedi né fare rumore. Camminare in avanti e compiere le eventuali svolte sempre da destra. Terminato il kinhin, fermarsi e fare un inchino. Quindi camminare a passo normale lungo la stanza fino al proprio posto.
Seduta su una sedia
Nel caso in cui ci si sieda su una sedia, sedersi come se fosse uno zafu. Non sporgersi indietro. Utilizzare un cuscino quadrato di supporto sulla sedia e/o sotto i piedi in modo da raggiungere una posizione diritta e comoda. Tenere le mani in grembo nella posizione del mudra cosmico (hokkai-join).