Buongiorno Buppō Sangha!
Vorrei iniziare questa lettera con un ricordo in onore di Eikon-San, il cui primo anniversario della morte abbiamo ricordato il 17 dicembre. Eikon-San era un vero pilastro per il Sangha e la sua assenza a Jōhōji si fa sentire ancora oggi.
Questo sentimento non provoca null’altro che intensificare, nella piena luce dell’impermanenza, la pratica del Buddhadharma in tutti i suoi aspetti.
L’anno 2020 è stato davvero molto difficile per tutti noi. Ognuno tra di noi ha incontrato e sta incontrando difficoltà di tutti i tipi. Ovviamente a prima vista queste difficoltà sono percepite come ostacoli e porte chiuse. È la reazione normale dall’essere umano e tutto questo è moltiplicato e fortificato dalla società con i suoi diversi media fuori controllo, e spesso colorito con affermazioni infondate o intriso di teorie del complotto alla ricerca del sensazionalismo a tutti i costi.
Vorrei incoraggiare il Sangha invece a non soccombere alla vista dell’essere umano illuso ma di ricorrere al Buddhadharma. Praticare il Buddhadharma non è negare le sofferenze, le frustrazioni e le difficoltà ma usarle come mezzo di appoggio per approfondire cosa siamo in realtà e per uscire continuamente dal nostro stato illusorio e realizzare la libertà dell’impermanenza e della coproduzione condizionata.
Per diventare Buddha dobbiamo iniziare a comportarci come un Buddha e fare del suo
Dharma il motore della nostra vita. È chiaro che la nostra vita come figli di Buddha non la possiamo realizzare da soli e che abbiamo bisogno di una comunità, un Sangha nel quale praticare.
Un Sangha che ci dia sostegno e che noi possiamo sostenere allo stesso tempo. È decisamente autolesionista uscire dal Sangha quando incontriamo delle difficoltà. Ogni difficoltà o ostacolo che incontriamo è un’opportunità per l’eccellenza, una porta spalancata per praticare ciò che siamo nel profondo della nostra esistenza. Per poter essere in grado di fare questo dobbiamo sederci in zazen e sostenere il Sangha.
Questo è il momento giusto per praticare zazen. Portare la mascherina o lavare le mani, e tutti gli aspetti di prevenzione sanitaria sono pratiche di Buddha. Sostenere il luogo di pratica, il tempio, anche! Creare luoghi di pratica in altre città pure!
Viviamo in un’epoca magnifica per vivere profondamente la totalità del Buddhadharma e per mettere in pratica le sei perfezioni che in fondo sono l’espressione del dare e ricevere,
Sengyo Van Leuven